PEDALATA SOLIDALE (Quanta fatica si fa per fare del bene!)

La sveglia, puntuale, suona alle 4 del mattino.
Come? Mi dite che avevo dichiarato che per quest’anno con le gran fondo avevo chiuso?
Infatti; ciò che io ed un altro manipolo di compagni di squadra ci apprestiamo a fare è una pedalata benefica a favore del paese di San Giovanni del Dosso, in provincia di Mantova, con il quale si è stretta una sorta di gemellaggio ed al quale abbiamo portato un piccolo contributo che verrà utilizzato per la scuola del paese.
Come è nata l’idea?
Ah, ma stavolta, amiche ed amici, siete particolarmente curiosi!
Va bene. E’ doveroso, in ogni racconto che si rispetti, andare per gradi perciò vi devo dire che il primo moto di solidarietà verso le popolazioni colpite dal terremoto lo ebbi nell’aprile 2009 quando, cioè, venne interessata L’Aquila, e parte dell’Abruzzo, perché gli affetti (Eleonora ed i miei amati suoceri) provengono da quel territorio. Che fare? Mi dissi e, ahimè, non trovai risposta. Quando, poi, successe un episodio analogo, nel maggio 2012, che interessò il modenese ed il mantovano, la mia reazione fu Se non ora quando? Così presi coraggio e chiesi al nostro vulcanico presidente, Paolo, se ci fossero le condizioni per essere protagonisti attivi della ricostruzione. Tra varie vicissitudini che non sto qui a dire per non tediarvi, ci son voluti un paio d’anni ma alla fine eccoci pronti per questo atto di solidarietà.
Solidale fin che si vuole ma ciò che abbiamo in mente sono quasi 160 chilometri, vale a dire l’equivalente di una gran fondo! Sfortunatamente (non so quanto) stamane piove e l’idea di una sfacchinata in quelle condizioni viene accantonata.
E allora?


Via alle proposte alternative, per cercare di dare un senso al fatto che abbiamo portato le biciclette, con una conditio sine qua non: se smette di piovere.
La cosa avviene fra le 7.30 e le 8 quando, cioè, siamo sul pullman assieme a coloro che non partecipano alla pedalata. Ecco allora la trovata.
Come novelli terroristi dirottiamo il mezzo fuori dall’autostrada al casello di Brescia Est così, scaricate le bici dal pulmino, ci possiamo dilettare pedalando per almeno un centinaio di chilometri totalmente in pianura.
Imboccata la Statale 236 che va dritta a Mantova pedaliamo di buona lena attestando la velocità di crociera subito sui 30 chilometri orari. Montichiari, con il Duomo ed il Castello, ci dà la sua benedizione per la buona riuscita dell’avventura.
Tutto sembra andare per il meglio anche se spesso il vento ci mette in difficoltà con folate laterali; Castiglione delle Stiviere, Solferino, Guidizzolo, Goito, passano sotto le nostre ruote mentre a me affiorano alla mente le battaglie che qui si sono combattute per l’Indipendenza, nell’ottocento.
Proprio a Goito mi incanto ad osservare il monumento eretto alla memoria dello scontro che vide protagonisti piemontesi ed austriaci.
A proposito di solidarietà, e per gli amanti della storia, ricordo che a Castiglione nacque, e a Solferino ebbe il suo battesimo del fuoco, la Croce Rossa.
A Goito c’è il primo attraversamento del fiume Mincio e da qui in poi, tra cascine e colture di vario genere, si pedala nel suo Parco.
A Porto mantovano, dopo una cinquantina di chilometri, anche Paolo si aggrega.
Ecco Mantova. Entriamo passando il ponte che separa il Lago Superiore dal Lago di Mezzo e l’attraversiamo mantenendoci in periferia sfiorando uno dei monumenti più importanti: Palazzo Tè. Dopo l’ospedale siamo fuori città nella parte sud; il vento, presenza costante e quanto mai fastidiosa, qui sembra aumentare d’intensità e a farne le spese per primo è proprio Paolo, poco esperto nel trattare situazioni come questa, che inizia a perdere le ruote verso Bagnolo San Vito, passato il quale si profila alla nostra destra il Grande Fiume che costeggiamo per un chilometro circa prima di attraversarlo ed entrare in San Benedetto Po.
San Benedetto Po è stato nominato fra i borghi più belli d’Italia ma noi, purtroppo, non possiamo godercelo presi come siamo ad arrivare a destinazione.
Ecco Quistello ed anche il fiume Secchia, che io ricordo dall’ultima gara disputata ad Albinea, viene oltrepassato.
Ma quanto manca? Paolo, ora, sembra una vecchia locomotiva a vapore per quanto sbuffa ed io preso a spingerlo, alternandomi con Alessandro, e a fare da protezione a Monica, anche lei in difficoltà con il vento di fianco, spreco energie. Ormai è mezzogiorno anche se il cielo, sempre nuvoloso, non ce lo dice.
“Ma non c’è in giro nessuno?”
Domanda Alessandro mentre attraversiamo San Giacomo delle Segnate.
“Chi vuoi che ci sia con questo tempo e a quest’ora?”
Contro domando. Ecco, finalmente, il cartello che indica di svoltare a destra per San Giovanni; ironia della sorte quest’ultimo chilometro lo percorriamo con il vento in schiena.
San Giovanni. Entriamo in parata con Paolo in testa al drappello e al Municipio veniamo accolti dalla sindachessa (non me ne voglia, a me piace ancora dividere i nomi in maschili e femminili), la dottoressa Angela Zibordi, e dai nostri tifosi che ci tributano l’applauso dei vincenti; io noto anche degli abitanti sull’uscio delle loro case che ci guardano sorridenti.
La consegna di una targa commemorativa e le foto di rito chiudono la parte ufficiale della giornata. Il successivo, goliardico, pranzo all’agriturismo Corte Guantara la chiude.
Prima di salire sul pullman che ci riporterà a casa, noto il nipotino del proprietario che ci osserva stupito, allora corro verso il pulmino dove ho posto il mio borsone dal quale estraggo una borraccia nuova e gliela regalo; chissà se ne avrò fatto un futuro ciclista.
Ecco, con questo gesto posso veramente dire che la giornata si è conclusa.
Per concludere questo racconto, care amiche e cari amici, permettetemi di citare coloro che si sono prestati a questa sfacchinata: Adelio Cappellini, Alfredo Folli, Angelo Bergami, Alessandro Trombetta, Cristoforo Palmiotto, Fernando Pizzamiglio, Gianni Rozzino, Giuseppe Nicoli, Giuseppe Riva, Giuseppe Strada, Ivan Castellani, Monica Colleoni, Silvio Impellizzeri il presidente Gianpaolo Cozzi ed io, Stefano Cassini.

Articolo precedente Prossimo articolo